il tradimento, giuda e la dannazione eterna

Gesù, che è avanti di una decina di metri, si volge, ombra bianca nella notte, e dice:

GESU' NEL GETSEMANI
«NON C’È LIMITE PER L’AMORE E IL PERDONO.
Non c’è. Né in Dio né nei veri figli di Dio.
FINCHÉ C’È VITA, NON C’È LIMITE.
L’unica barriera alla discesa del perdono e dell’amore è la resistenza impenitente del peccatore.
Ma, se egli si pente, va sempre perdonato. Peccasse anche non una, due, tre volte al dì, ma molte di più.
VOI PURE PECCATE E VOLETE PERDONO DA DIO E A LUI ANDATE DICENDO: “HO PECCATO! PERDONAMI”.
E VI È DOLCE IL PERDONO, COSÌ COME A DIO È DOLCE IL PERDONARE.
E VOI NON SIETE DEGLI DÈI. PERCIÒ MENO GRAVE È L’OFFESA CHE UN VOSTRO SIMILE VI FA, DI QUELLA CHE FA A COLUI CHE NON È SIMILE A NESSUN ALTRO.
NON VI PARE? EPPURE DIO PERDONA. FATE ANCHE VOI IL SIMIGLIANTE.
BADATE A VOI! BADATE CHE LA VOSTRA INTRANSIGENZA NON VI SI MUTI A DANNO, PROVOCANDO INTRANSIGENZA DI DIO VERSO VOI.
Già l’ho detto, ma lo ripeto ancora.
Siate misericordiosi per ottenere misericordia.
Nessuno è tanto senza peccato da poter essere inesorabile verso il peccatore.
Guardate i vostri pesi prima di quelli che gravano sul cuore altrui.
Levate prima i vostri dal vostro spirito e poi rivolgetevi a quelli degli altri, per mostrare agli altri non rigore che condanna ma amore che ammaestra e aiuta ad essere liberati dal male.
Per poter dire, e non essere messo a silenzio dal peccatore, per poter dire: “Tu hai peccato verso Dio e verso il prossimo”, occorre non aver peccato, o almeno aver riparato al peccato.
Per poter dire a colui che è avvilito dall’aver peccato: “Abbi fede che Dio perdona a chi si pente”, come servi di questo Dio che perdona a chi si pente, dovete mostrare tanta misericordia nel perdonare.
Allora potrete dire: “Vedi, o peccatore pentito? Io perdono le tue colpe sette e sette volte, perché sono servo di Colui che perdona volte senza numero a chi altrettante volte si pente dei suoi peccati. Pensa allora come ti perdona il Perfetto se io, solo perché lo servo, so perdonare. Abbi fede!”.
Così dovete poter dire. E dire con l’azione, non con le parole. Dire perdonando.
423.8 Perciò, se il vostro fratello pecca, riprendetelo con amore, e se si pente perdonategli. E se in capo al giorno avrà peccato sette volte e sette volte vi dice: “Me ne pento”, altrettante volte perdonategli. Avete inteso? Mi promettete di farlo? Mentre egli è lontano, mi promettete di compatirlo? Di aiutarmi a guarirlo col sacrificio del vostro contenervi quando egli sbaglia? Non volete aiutarmi a salvarlo?
È un vostro fratello di spirito venendo da un unico Padre, di razza venendo da un unico popolo, di missione essendo apostolo come voi. Tre volte lo dovete amare, perciò. Se nella vostra famiglia aveste un fratello che dà dolore al padre e fa dire di sé, non cerchereste di correggerlo perché il padre non soffra più e il popolo non sparli della vostra famiglia? E allora? Non è la vostra una più grande e santa famiglia il cui Padre è Dio, il cui Primogenito Io sono? Perché allora non volete consolare il Padre e Me, e aiutarci a fare buono il povero fratello che, credetelo, non è felice per essere così?…».
Gesù è affannosamente implorante per l’apostolo così pieno di mancamenti… E termina: «Io sono il grande Mendico. E vi chiedo l’obolo più prezioso: anime vi chiedo. Io le vado cercando. Ma voi mi dovete aiutare… Saziate la fame del mio Cuore, che cerca amore e non lo trova che in troppo pochi. Perché quelli che non tendono alla perfezione mi sono come tanti pani levati alla mia fame spirituale. Date anime al vostro Maestro, afflitto di essere disamato e incompreso…». (…)

 Valtorta – Evangelo 423.7