PAMELA

La foto – questa foto- di Pamela Mastropietro, vittima di una terribile violenza sessuale e crudelmente uccisa e fatta a pezzi, è emblematica. Emergono tutti i suoi 18 anni. Quegli occhi grandi, quella voglia di vivere, quel suo curarsi come è normale per una giovane -giovanissima- donna!

Eppure quella voglia di vivere è stata brutalmente stroncata. E tutti sappiamo in quale barbaro modo. Eppure quella orrenda carneficina sembra come rimossa. I media “mainstream” l’hanno dimenticata. E’ stata trascurata anche da chi avrebbe dovuto stare vicino a sua madre, alla sua famiglia (clicca qua)

Ma in occasione della Giornata contro la Violenza sulle Donne eravamo convinti che ci si sarebbe ricordati di lei,l Pamela, la ragazza romana di diciotto anni che ha subito ben più e ben peggio di uno “stalking”

Ed invece i social, il 25 Novembre, sono stati invasi da foto, tweet, immaggini, slogan, #hashtag più o meno coloriti o creativi. Ma di Pamela, lei vera vittima della violenza -violenza assassina, brutale violenza bestiale ed omicida – sulle donne, di lei neppure l’ombra.

Tante scarpette rosse, col tacco (parentesi: perché queste scarpe rosse col tacco sono state scelte come simbolo della violenza sulle donne?) e tante femministe, anche sessantottine abortiste, in piazza a scandire vecchi slogan oramai ammuffiti.

Ma Pamela non la ricorda più nessuno. Come il Commissario Calabresi, anche lui vittima della violenza cieca e brutale, è stato tutto dimenticato. Anzi: come se non fosse mai successo niente. Solo i genitori -il padre, la madre, non Genitore 1 e Genitore 2- la ricordono, eccome se la ricordano.

Ed allora con discrezione vogliamo ricordarla. Ed ancora una volta chiederle scusa: perdonaci Pamela, per la nostra superficialità e perché non ti abbiamo saputo difendere dalla barbarie. A Dio Pamela!