Il business delle beatificazioni: ecco quanto guadagnano le Postulatrici più famose

Quanto viene ora riportato è preso da un articolo fortemente anticlericale. Noi naturalmente amiamo la Chiesa – costoro invece la odiano- e soffriamo terribilmente a vedere certi andazzi e certe storture.

Si, non solo ci sono abusi “ai vertici” sulle Beatificazioni e Canonizzazioni (i casi eclatanti di Romero, Giovanni XXIII fatti santi senza miracolo, d’imperio ….e l’assurdo rinvio sine die della Beatificazione di Fulton Sheen già fissata per i 21 dicembre e poi clamorosamente annullata!) ma ci sono piccole grandi miserie di cui parleremo dopo. Intanto sentite qua:

Il punto, infatti, è proprio questo: per diventare prima beati, poi (eventualmente) santi, è sufficiente pagare e anche cifre cospicue. Una buona beatificazione più canonizzazione può arrivare a costare dai 500.000 ai 700.000 euro: dunque se qualcuno volesse far assurgere alla “Gloria dei Cieli” un parente, confratello, consorella, fondatore/fondatrice di comunità, ma non avesse la possibilità di scucire centinaia di migliaia di euro, può rassegnarsi, anche se il soggetto fosse un ineccepibile modello di virtù e facesse miracoli a raffica.

Il denaro sborsato dall’attore per la causa e depositato su un conto presso lo lOR, ha destinazioni diverse: il malloppo, insomma, viene diviso tra tutti i componenti della banda.

C’è, innanzitutto, la parcella del postulatore, che fa la parte del leone e dipende dalla complessità delle ricerche che costui ha dovuto compiere: a volte il vescovo o la stessa Congregazione pretendono degli approfondimenti, dunque il lavoro può diventare lungo e difficile, magari contemplare onerose trasferte o il trasferimento e il soggiorno a Roma di testimoni.

Anche le traduzioni costano: la “positio” va consegnata in latino, lingua ufficiale della Santa Sede e consta spesso di migliaia di pagine. I vari esperti non lavorano per la gloria, nemmeno per quella dei Cieli: le consulenze di medici e teologi vanno pagate e anche i loro eventuali viaggi e permanenze presso la Città Eterna.

Poi ci sono le cosiddette “spese fisse”, costituite dai balzelli richiesti dalla Congregazione per istruire il processo e gli esborsi per la solenne cerimonia di proclamazione, che avviene in Piazza San Pietro, è presieduta dal papa e non si riduce certamente a una bicchierata tra amici.

Fin qui uno scritto ferocemente anticlericale che però coglie alcuni aspetti veri: il business dei Processi di Beatificazione. Soprattutto quando vi sono parenti importanti, potenti, ricchi, legati a lobby, a sètte….

E’ stomachevole tutto ciò ma avviene. Come quando un Presidente ambizioso pur di vincere il suo misero Campionato di Serie D si affida al più squallido e corrotto dei Direttori Sportivi . Il quale a sua volta è contornato da Procuratori avidi e senza scrupoli. Tanto c’è il fesso che paga.

Ecco: per certi “santi” funziona proprio così. Questi sono degli sventurati: il vero dramma è che molti Pastori sono compiacenti e stanno al gioco. Complici. Si, fa un po’ schifo.